Alla ricerca di me stessa

Alla ricerca di me stessa

Ore 22.47 del 09.08.2014

Questa mattina abbiamo fatto visita ad una scuola e assistito ad una lezione! 

In Congo la scuola non è solo un luogo deputato all’istruzione: per qualcuno, purtroppo, è anche l’unico luogo dove andare e dove sentirsi al sicuro. 

Abbiamo visto con i nostri occhi ragazzi e ragazze con lo zaino, che dormivano sul pavimento. 

La scuola a volte può salvare la vita, qui.

Stasera siamo arrivate in camera più “tardi” rispetto al solito perché abbiamo lavato i nostri vestiti nei secchi e… abbiamo finalmente cenato con i tortellini! Li avevamo portato come dono per essere stati ospitati e in un attimo il serpente è diventato un ricordo molto lontano…

Dopo la nostra messa in giardino, siamo rimasti a chiacchierare fino ad adesso. Si sta formando proprio un bel gruppo!

Siamo molto diversi l’uno dall’altro per età, carattere ed esperienze di vita, ma nonostante ciò, o forse proprio per questo, penso che ci stiamo arricchendo molto a vicenda. 

Oggi, anche se non ho sentito Daniele e la mia famiglia, posso dire di andare a letto veramente serena. Sento di stare lentamente ritrovando una persona che avevo accantonato da tanto tempo: me stessa.

Tre settimane mi sembrano ancora infinite, in queste strade di sabbia e senza contatti con il mondo che conoscevamo, ma forse tutto questo è proprio quello che stavo cercando. 

Capisco sempre di più il motivo che mi ha spinta verso questo viaggio di vita in Africa, che per alcuni è apparso così incomprensibile e, forse, inizialmente, lo era anche per me. 

Non volevo solo allontanarmi dal dolore di quest’ultimo anno, volevo allontanarmi da chi ero: guardarmi da lontano, mettermi alla prova, cercare di cambiare gli aspetti che non mi piacevano, per avvicinarmi sempre di più alla persona che vorrei diventare. 

Spero di conoscere presto quella persona e di essere, un giorno, fiera di lei.

 

 

Gita al fiume

Ore 21.50 del 11.08.2014

Ieri abbiamo assistito alla messa domenicale della parrocchia di Bibwa… le bimbe con cui giochiamo sempre sono entrate ballando, tutte vestite uguali, insieme ai chirichetti! 

L’atmosfera era veramente allegra, tra canti e balli, anche nella platea, e noi non ci siamo certo tirati indietro… magari anche le nostre messe fossero così! 

(Forse però 3 ore di messa in lingala dalle 06.30 alle 09.30 del mattino diventerebbero un po’ impegnative ogni domenica…)

Nel pomeriggio siamo andati in gita sul fiume Congo e abbiamo fatto una foto sulle piroghe ma, prima, abbiamo controllato bene che non ci fossero coccodrilli, come ci avevano messo in guardia i diversi cartelli in cui ci siamo imbattuti.

Ci siamo poi fermati a pranzare e se i miei genitori avessero visto cosa avrei mangiato non ci avrebbero creduto: Liboke, un viscido pesce di fiume, avvolto in un cartoccio. 

Ce lo siamo puliti da soli e lo abbiamo mangiato a morsi, come degli aborigeni. In quel momento credo di avere capito come si sentiva Gollum nella sua grotta.

Proprio accanto a noi, nel fiume, molti giovani africani si lavavano, giocavano e ballavano a ritmo di musica. Ci sembrava di essere in un mondo parallelo… e probabilmente era così. 

La giornata è trascorsa serenamente tra partite a carte, birrozze e canti. L’immagine che più mi è rimasta impressa di questa giornata è stata quella di quei ragazzi africani che si divertivano sulla riva del fiume, circondati dalla natura.

A volte la felicità si siede proprio di fianco a noi e nemmeno la vediamo. 

 

 

L’inizio di una nuova vita

Questa mattina ci siamo incontrati con alcuni capi della CEVB 5 per accordarci sui lavori che inizieremo mercoledì.

Contribuiremo infatti alla costruzione di una cappella, che fungerà come spazio comune, e di un pozzo, mentre domani andremo all’orfanotrofio a lasciare un po’ di cose che abbiamo portato per i bambini.

Nel pomeriggio Marie Therese ci ha portate alla ricerca delle stoffe per cucire i nostri abiti africani: è stata un’impresa, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e non vediamo l’ora di vederli finiti! 

Durante il viaggio di ritorno ci siamo fermati ad un funerale: le donne piangevano disperate attorno alla bara, sotto ad un tendone, poi, all’improvviso, l’hanno aperta e hanno iniziato a toccare il cadavereurlando tutto il loro dolore. 

In un attimo sono tornata a quel funerale di un anno fa, non ce l’ho più fatta e mi sono allontanata. 

Alcune delle ragazze se ne sono accorte, nonostante avessi cercato di defilarmi di soppiatto e, vedendo i miei occhi lucidi, mi hanno abbracciata. A quanto pare la ferita deve ancora cicatrizzarsi e temo ci vorrà ancora molto tempo. 

La sera, durante la piccola messa tra di noi, ho pregato per tutti quelli che stanno vivendo un lutto e stanno cercando disperatamente di restare attaccati alla vita.

L’umore si è risollevato con la nostra classica partita serale a pinnacolo, accompagnata da birre e canti, finché per caso, uno di noi ha alzato lo sguardo sul soffitto, attirato da una curiosa macchia nera, e ha detto improvvisamente: 

“Spostiamoci da qui! Uomini, con me, dobbiamo andare in missione. Donne non guardate!”

Ovviamente la prima reazione appena ci hanno detto così è stata quella di guardare. Ed è scattato subito l’urlo all’unisono. 

Così è avvenuto l’incontro predetto da mia madre: un ragno ENORME, grande quasi come una mano, che ci osservava di soppiatto dal soffitto. 

I ragazzi sono intervenuti tempestivamente, ma giuro che se me ne ritrovo uno in camera (o in bagno) prendo il primo aereo e me ne torno a casa!

Ragno a parte, devo dire che sono sorpresa dal fatto che qui mi manchino la mia casa e le mie comodità, ma non tanto quanto avrei creduto… per ora. 

Paradossalmente sento di essere meno stressata nel centro dell’Africa, dove per lavarmi i denti devo sputare in una botte, che a casa. Forse perché tutto è più semplice e per sorridere basta una canzone.

Sto cominciando a fare lentamente parte di ciò che mi circonda, ad osservare ogni cosa con curiosità e a coltivare nuovi rapporti con le persone. 

Spero che tutto questo mi farà da lezione quando tornerò a casa, insegnandomi a godere del presente come di un dono prezioso e mai scontato.

Questo viaggio mi sta mostrando un modo diverso di vivere la vita o forse, chissà, una strada verso un nuovo inizio.

Continua a leggere il diario di viaggio

 

 

 

COMMENTI

  1. Michela il 7 Maggio 2020 alle 23:14

    Godere del presente come un dono prezioso e mai scontato. Parole uniche, di un bel viaggio anche interiore. Brava!

  2. Vittoria il 5 Maggio 2020 alle 22:20

    Martina mi hanno colpito molto queste pagine e non vedo l’ora di leggere il resto. Le sensazioni che provo leggendo quello che scrivi sono diverse. Da una parte la rabbia per bambini che ogni giorno rischiano la vita e spesso sono privati di molti diritti basilari, dall’altro l’orrore materializzato di un ragno enorme che mi metterebbe ok ed ancora la bella sensazione di realizzare qualcosa di buono, qualcosa che incida seriamente sulla vita degli altri. È stato davvero bello leggerti, lo ripeto.

  3. Raffaella il 6 Maggio 2020 alle 09:11 

    Ti sto seguendo nel racconto di questo tuo viaggio e devo dire che sono affascinata da tutto quello che leggo, ma soprattutto dalla tua trasformazione interiore.

  4. Rossella il 6 Maggio 2020 alle 00:01

    Che esperienza meravigliosa! Mi piacerebbe in giorni viverne una simile con la mia famiglia.

  5. Sara il 5 Maggio 2020 alle 22:01

    Se ci pensiamo è davvero ingiusto che per i bambini e delle bambine di molti luoghi del mondo la scuola sia l’unico luogo sicuro. Quando c’è.
    Grazie per aver condiviso con noi.

  6. Cristina il 5 Maggio 2020 alle 17:08 

    Ciao una storia interessante sia nel viaggiare che nella tua introspezione della tua personalità, attendo di leggere altro. Le messe raccontate così devono valere l’esperienza! Balletti e canti rallegrano l’atmosfera! Sono curiosa di vedere il tuo abito finito!

  7. Annalisa Artoftraveling il 5 Maggio 2020 alle 17:02

    Che bel percorso, provo una sana invidia per il tuo coraggio e la freschezza con cui ti racconti. Complimenti!

  8. Helene il 5 Maggio 2020 alle 09:05 

    Continuo a leggere con interesse il tuo diario di viaggio e ti ripeto che stai vivendo delle esperienze che rimarranno indelebili. Io mi sarei emozionata particolarmente nel vedere la scuola e scoprire l’interesse con cui i bimbi del posto assistono alle lezioni.

  9. Carmen il 5 Maggio 2020 alle 08:13

    Non è la prima volta che ti leggo. Credo tu stia facendo un bellissimo percorso…

  10. Michela il 4 Maggio 2020 alle 15:23 

    Continuo a seguire ampiamente il tui viaggio in congo! Hai avuto molto coraggio

  11. Sabrina il 4 Maggio 2020 alle 14:57 

    Grazie mille per aver condiviso questo viaggio “alla ricerca” di risposte alle mille domande della vita mostrandoci una parte di mondo che arriva raramente ai nostri occhi

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