Lettera a una nonna che amava i treni

Lettera a una nonna che amava i treni

Ciao nonna,

sono in ritardo di 22 anni a scriverti, lo so. Ma ora scegliti una nuvola comoda e mettiti gli occhiali. Questa lettera è per te.

Ricordi quando mi portavi in campagna dal nonno, fino al passaggio a livello del treno?

Avevo sei anni e per me era adrenalina pura. Il giorno più bello della settimana, senza alcun dubbio. Partivamo la mattina, come se fossimo dovute andare chissà dove. Ancora adesso quel posto mi sembra lontanissimo, mentre in realtà è a pochi passi dalla casa del nonno.

La prima volta ci siamo sdraiate sull’erba a pancia in giù, appena arrivate, e io ho squittito subito, impaziente:

“E adesso?”

“Aspetta” – mi hai risposto – “fai come me”.

Lentamente hai appoggiato l’orecchio sul terreno, come se ti dovesse sussurrare qualcosa. Io subito ti ho imitata.

“Non sento nulla” – mi sono lagnata. La pazienza non è mai stata una delle mie doti migliori.

“Devi imparare ad aspettare, signorina, se no ti perdi la parte più divertente”.

Non riuscivo proprio a capire cosa ci fosse di così divertente.

Poi tu, con tutta calma, hai steso per terra una tovaglia e tirato fuori il nostro pranzo al sacco. Ci sentivamo fuori dal mondo ma probabilmente, se qualcuno ci avesse visto, si sarebbe chiesto che senso aveva che mangiassimo vicino ad un passaggio livello, immerse nella campagna dietro casa. Forse ti avrebbe anche giudicata un po’ matta e, forse, avrebbe avuto le sue buone ragioni.

Io avevo solo un pensiero fisso: vedere il treno. Tu, invece, hai addentato il panino e te lo sei gustata con piacere. Poi hai tirato fuori l’uva della vigna del nonno, quella che avevamo raccolto insieme sul trattore.

“Dai mangia! O vuoi che arrivi la volpe a prendere il tuo pranzo?” mi hai chiesto, indicandomi un antro buio, in un fosso accanto a noi, e infierendo: “quella è la sua tana e sicuro tra un po’ tornerà…”

Subito ho dato un morso al mio panino mentre, con la coda dell’occhio, osservavo la tana della volpe con sospetto. Che mattinata avventurosa!

“E adesso fuori il quaderno! Ci esercitiamo un po’ con le lettere…”

Come rovinare la giornata ad una bambina. La mia protesta non si è fatta attendere:

“No, ma nonna, la mamma ha detto che imparerò a scrivere alle elementari!”

“Lascia stare la mamma e dai retta alla nonna, che di anni ne ha di più. Se ascoltavo tuo nonno non avevo ancora la patente: mi è toccato prenderla di nascosto, boia di un mondo ladro! Sei una donnina e devi iniziare già adesso a stare un passo avanti, capito? Magari poi diventerai una scrittrice. Sai che bello raccontare storie con le parole? A me non mi hanno fatta studiare e sarei fiera di te.”

“Ma nonna io non so scrivere neanche il mio nome!”

“E allora cosa aspetti? Iniziamo!”

Abbiamo fatto una mezz’oretta di scrittura, poi hai iniziato a parlarmi di fiori e di campagna. Tutta impegnata ad ascoltarti mi sono dimenticata del treno, quando ad un certo punto abbiamo sentito la terra tremare.

Tu hai appoggiato l’orecchio all’erba e hai intrecciato la tua mano rugosa alla mia.

“Sta arrivando, tieniti forte! Va molto veloce!”

Io me la stavo facendo sotto. Finalmente il momento era arrivato. Ci siamo riparate dietro un piccolo avvallamento di terra e tu mi hai stretta forte.

“Non avere paura: i treni sono in tutti i racconti più belli e sono i mezzi preferiti dalla fantasia perché ti fanno viaggiare lontano. Ecco che arriva!”

Tu Tum. Tu Tum. Tu Tum. Tu Tum.

Il suo passaggio sulle rotaie aveva lo stesso ritmo dei battiti del mio cuore.

Fu come non accorgercene. Il treno sfrecciò veloce davanti a noi, facendo sollevare le nostre gonne. Io ero al sicuro tra le tue braccia grandi e il tuo petto prosperoso.

E in un attimo il treno era diventato un punto lontano nella campagna tinta di giallo grano. Il sole splendeva in cielo e gli uccelli tornavano circospetti al loro posto.

“Nonna, è stato bellissimo! Ma è durato così poco, possiamo rifarlo?”

Tu mi hai guardata con quello sguardo profondo e soddisfatto, che riservavi solo a me, e mi hai sorriso dolcemente.

“Non sarebbe stato così bello se non avessimo aspettato tanto, è vero?” mi hai chiesto.

Ripenso a tutta la mattinata: al pic-nic, ai racconti sulla campagna, all’odore dei campi, alle nostre lezioni di scrittura e all’adrenalina dell’attesa, che aumentava ad ogni ora.

“Sì” rispondo “è stato bello aspettare”.

“Ricordatelo, tutte le cose belle hanno bisogno di tempo. Non avere mai fretta, goditi il viaggio”.

“Sì, nonna”.

Ogni domenica, da quel giorno, siamo andate a vedere il treno in campagna, di fianco alla tana della volpe. Poi una mattina mi hai detto:

“Adesso hai aspettato abbastanza. Oggi sul treno ci saliamo!”

Ricordo che spalancai gli occhi dalla sorpresa. Non potevo crederci. Venne anche la mamma con noi, che non capiva come una bambina potesse essere così emozionata di salire su un treno regionale per fare la tratta San Giorgio di Piano – Bologna.

Alla fine anche lei si è fatta contagiare dalla nostra allegria e, per avere un ricordo di quella giornata, ha scattato una fotografia nel momento esatto in cui stavamo per salire. Io avevo uno sguardo misto di paura e felicità.

Fu il regalo più bello di tutta la mia infanzia. E badate che non era facile superare Ciccio Bello, a quei tempi… anche se io ero più una bambina da dinosauri e macchinine.

Quando sono tornata a scuola ne ho parlato ai miei compagni di giochi come l’avventura più incredibile che si potesse fare e, per me, da quel momento il treno ha conservato sempre un pizzico di magia, anche oggi, che di treni ne ho presi parecchi.

Ogni volta che mi siedo, guardo il mondo sfrecciare dal finestrino e penso a quel nostro primo viaggio, nonna. A quella domenica di dicembre.

Qualche mese dopo tu hai preso un treno su cui io non sono potuta salire. Un treno che ha fatto tremare la terra molto più di quelli che vedevamo insieme. Io non ero pronta a vederti salire su quel treno e sono stata arrabbiata con te per tanto tempo.

Non capivo perché non mi avessi preparata. Non mi avevi insegnato che c’era sempre un momento di attesa prima che il treno passasse veloce e diventasse un puntino lontano?

Oggi ho capito che non sempre siamo così fortunati e che dobbiamo goderci ogni più piccolo momento, anche il più insignificante. Perché è il percorso la parte migliore del viaggio, non la stazione di destinazione.

Non sono più tornata a sedermi sull’erba, vicino alla tana della volpe, ad aspettare quel treno. Faceva troppo male.

Ma poco tempo fa la mamma è andata nella soffitta del nonno e, nascosta in un raccoglitore impolverato, ha trovato una vecchia foto sbiadita.

Ne avevi stampata una gigantografia senza dirlo a nessuno e la custodivi gelosamente, perché a quei tempi sviluppare le foto era costoso e il nonno era sempre stato un gran tirchio. Si sarebbe arrabbiato se l’avesse saputo perciò, come per la patente, hai deciso di farlo di nascosto.

Sei sempre stata una testa calda. Da qualcuno del resto avrò pur preso.

Quando la mamma mi ha portato a casa la foto, sono rimasta impietrita. Non sapevo quanto fosse stata importante anche per te quella domenica di dicembre del 1996. Non c’era stato il tempo di dircelo. E dopo 22 anni tu hai deciso di farmelo sapere così, con questa immensa fotografia che ora campeggia nella mia camera.

Cara nonna, il primo tema che ho fatto a scuola parlava di un treno. La maestra lo lesse davanti a tutta la classe, eravamo alle elementari. Da quel momento non ho mai smesso di scrivere e lo devo a te.

Scusa se ci ho messo tanto a dirtelo: grazie di tutto.

Lettera nonna Martina Monti

32 Commenti

Cara Martina, conoscevo la tua nonna, lei e la mia mamma si assomigliavano in tante cose. Una donna dolcissima, è sicuramente fiera di te.
Come a tanti questo racconto mi ha commosso, anche perché leggendolo io vi “vedevo” vicino alla ferrovia.
Continua così e sono sicura che presto comprerò il libro che scriverai.
Un abbraccio Luana

Ciao Martina,
Un racconto bellissimo.
Hai trasmesso emozioni forti e come al solito, leggendo i tuoi scritti, la commozione ha avuto il sopravvento.
Continua cosi.
BRAVA!!!!!!

3. Stefania il 20 Giugno 2019 alle 13:53 
Complimenti, è un piacere leggerti. Hai intenzione di scrivere un libro? Lo comprerei subito 😍

4. Monica il 18 Luglio 2019 alle 18:47
UNA SOLA PAROLA : SEI FANTASTICA – MI VIENE DA PIANGERE

5. Adelina il 1 Aprile 2020 alle 19:47
Martina, ho finito di leggere, ma sono ancora piena di brividi. Emozioni belle. Ho immaginato tutto e mi ci hai portato per mano.Scrivi che mi piace tanto.Ed è un testo, una lettera da Dio. Ti auguro un’infinità di belle sorprese.Continua,non ti fermare. Complimenti ed auguri.

6. Franca il 2 Maggio 2019 alle 09:14
Molto toccante… Quando finisce avrei voluto ci fossero altre pagine da leggere. Si un bel libro… dai... Ti stai riempiendo di tante cose e prima o poi ce la farai 👍📚📖

Ho letto con le lacrime agli occhi. Ho pensato a mia nonna e quello che hai scritto è bellissimo!

con questo tuo articolo hai trasmesso veramente delle forti emozioni , delle emozioni che ho provato anche io con la mia nonna…… non la dimenticherò mai…

Posso dire che ho le lacrime agli occhi? Sarà che i nonni erano molto importanti anche per me e mi mancano così tanto. I ricordi ci regalano emozioni che pensavamo di aver sepolto ed invece sono sempre vivi dentro di noi. Hai raccontato tutto molto delicatamente. Brava!

Complimenti, bellissime parole riesci subito a trasmettere a chi legge tutte le emozioni e il tuo bellissimo legame con tua nonna.

Martina, è bellissima questa tua pagina di dolci ricordi…posso comprendere il tuo attaccamento alla nonna, vale lo stesso per me…e la ritrovo anche io nel mio cuore sempre lì per sempre <3

Bellissime parole, si capisce bene che tua nonna rappresenta una figura importante nella tua vita e come la mia ha fatto con me, ti ha lasciato tanti insegnamenti.
Io ho ancora la fortuna di averla vicino, ma sono sicura che in qualche modo anche la tua ti ossrva e sorride oogni volta che la pensi.

13. Manuela il 22 Aprile 2019 alle 08:49 ù
Trovo molto bella la tua lettera d’amore a tua nonna,mi hai fatto commuovere!

14. Amalia Occhiati il 18 Aprile 2019 alle 17:48

Davvero emozionante questo racconto, bellissimo davvero. Io ho ancora una nonna ma ormai è prossima al suo ultimo viaggio e come la tua nonna mi ha dato molti insegnamenti.

Mi sono emozionata sempre di più fino alla fine del racconto. Anche a me manca molto mia nonna e vederla salire su quel treno non solo è stato doloroso, ma ancora oggi mi mette tristezza. Eppure dobbiamo focalizzarci su quei bei ricordi.

Un racconto che mi ha fatto emozionare dall’inizio alla fine. Avrei voluto anch’io apprezzare di più il tempo trascorso con i miei nonni. Ora a distanza di tempo mi guardo indietro e mi rendo conto di quanto erano preziosi quei momenti. Ora loro non ci sono più e hanno lasciato un vuoto incolmabile.

Complimenti un post pieno di storytelling. Con le parole hai saputo catturare la mia attenzione e io con le parole ci lavoro, quindi ancora complimenti.

Il racconto è molto emozionante, mi ha ricordato quando prendevo il treno con mia nonna, ci piaceva molto viaggiare.

19. Enea il 24 Febbraio 2019 alle 19:25
Brava Martina,bellissimo racconto,spero che sia il primo di una lunga serie….🙋‍♂️

20. Eleonora il 21 Febbraio 2019 alle 09:55 
Sto passando un brutto, bruttissimo periodo con mia figlia. Problemi, su problemi, su problemi. Le ho stampato il tuo racconto e stasera glielo farò leggere, nella speranza che queste tue semplici, dolcissime e profonde parole riescano ad arrivare al suo cuore come sono arrivate al mio e accendano una fiammella di speranza. Grazie Marty.

21. Elena Turrini il 20 Febbraio 2019 alle 22:13 
Bellissimo! Mi hai fatta commuovere.. te lo dirò sempre… I tuoi racconti sono meravigliosi! Brava tati! ❣️

22. Elisabetta il 20 Febbraio 2019 alle 21:19
Marto mi hai fatto commuovere ❤️È un bellissimo racconto e tua nonna era veramente speciale 😘

23. Barbara Gasparini il 20 Febbraio 2019 alle 21:16

Ciao Martina ho letto in un fiato la tua lettera mi sono commossa .. I nonni lasciano segni indelebili… 1996 per un anno felice per me sono diventata mamma… Per la tua famiglia un anno doloroso… ..una mamma una nonna una grande donna… La mia è mancata quasi un anno fa… E manca terribilmente… Grazie per questo tuo racconto l’ho immaginato come un film… Ti abbraccio sei dolcissima 😍 ciao 

BELLISSIMA

Quanto pianti, sicuramente sarà stata una persona spettacolare ed speciale.
Grazie a te per le belle parole

26. Chiara Cammelli il 20 Febbraio 2019 alle 21:02
Ma che storia meravigliosa… Mi è sembrato di essere lì con voi! Sono davvero commossa… Anche io ti ho conosciuta su un treno, non hai perso l’abitudine!

27. Aba Castelli il 20 Febbraio 2019 alle 20:51 
Davvero commuovente sei bravissima. Hai un modo di descrivere le cose che ti trasporta..brava la tua nonna che ti ha avviato al tuo talento. ❤️

28. Daniele il 20 Febbraio 2019 alle 20:33
Fa commuovere anche chi purtroppo non l’ha conosciuta… È incredibile come riesci a trasmettere certe emozioni con la scrittura!

29. Michela il 18 Aprile 2019 alle 11:59
Amo i treni ed è vero che si viaggia con la fantasia ti ringrazio per questa splendida lettera ❤

30. Doria il 20 Febbraio 2019 alle 18:50 
Martina, togli il fiato. Emozione pura, ha visto bene la tua nonna … oh si, stai diventando una brava scrittrice!!

31. Giulia il 20 Febbraio 2019 alle 15:27 
Emozione pura..complimenti! 👏😭❤😊

32. Elisa il 20 Febbraio 2019 alle 14:32
Non ho mai conosciuto la nonna., ma con le tue parole ora posso dire di averlo fatto, almeno un po’. Grazie❤

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