Caro Signor Autunno, quanto vale il tempo sprecato?

Caro Signor Autunno, quanto vale il tempo sprecato?

Era un’anonima serata di novembre quando l’Autunno fece capolino, all’improvviso, sulla soglia della mia porta, mi guardò sorpreso  ed esordì allegro con queste parole:
 
“Qui mi sembra che tu sia ancora in vacanza! Cosa fai sul divano a poltrire?
 
Colta sul fatto e con un sacchetto di caramelle gommose in mano, cercai subito di giustificarmi:
 
“Mi scusi Signor Autunno, proprio non volevo: il fatto è che a volte, le sere di novembre, non so cosa fare e così finisco a non far nulla.”
 
“E sei felice?”
 
“Molto.” – dissi, ma poi aggiunsi subito, vergognandomi: “Anche se è tutto tempo sprecato…”
 
Lui si accese di un intenso colore arancione e sollevò una folata di vento, trascinando diverse foglie in casa.
 
“E chi ti ha detto che il tempo sprecato non ha valore?” – disse, tuonando.
 
Tutta impaurita da questo repentino cambio di umore, risposi:
 
“Guardi Signor Autunno, a noi ci hanno sempre insegnato che, quando arriva lei, si deve ricominciare con la scuola e poi con il lavoro e tutti i programmi lasciati in sospeso durante le vacanze estive. Il tempo sprecato è tempo perso!”
 
Lui scosse la testa ricoperta di foglie e disse:
 
“Vi hanno insegnato male, non è questo che sono venuto a lasciare nelle vostre case. Il tempo sprecato per me è oro e cerco sempre di portarne più che posso con le mie piogge autunnali, i temporali e i primi freddi.”
 
Sempre più confusa da questo strano signore che indossava un cappotto di foglie rosse, domandai in un sussurro:
 
“Mi scusi… e quanto vale il tempo sprecato?”
 
Mi guardò come si guarda una bambina a cui si devono insegnare le prime lettere dell’alfabeto e rispose:
 
“Qui sulla terra a quanto pare non vale un bel niente.
 
Tutti presi dalla vostra fretta di correre da qualche parte, dalla frenesia di programmare le vostre giornate e dai vostri metri di giudizio basati sul denaro, avete perso di vista ciò che importa davvero.
 
Ma quando sarete alla fine del vostro percorso di vita dovrete andare a fare i conti alla banca del tempo e vi sarà chiaro quanto valeva il tempo sprecato…”
 
“Non capisco” – dissi – “come può valere tanto?”
 
“Per voi il tempo sprecato è tutto quel tempo considerato perso solo perché non aveva un obiettivo chiaro e ben preciso nella vostra vita, ma in realtà quel tempo è il più prezioso di tutti.
 
Guardare un film con la vostra famiglia mentre fuori piove non vi farà compiere un passo in avanti nella vostra carriera né guadagnare più soldi, eppure arriverà un giorno in cui sarete disposti a pagare qualunque somma pur di tornare a vivere quel momento con le persone che amate.”
 
Pensai alle vacanze con le amiche, senza altro pensiero se non quello di stare insieme e divertirci; alle serate con i miei genitori, a raccontarci com’era andata la giornata davanti a un piatto di tortellini; alle chiacchiere notturne con mia sorella, alla luce soffusa di un’abat jour; ai pomeriggi trascorsi in campagna con i miei nonni, ascoltando le loro storie.
 
“Grazie Signor Autunno, credo di aver capito. D’ora in poi prometto che farò tesoro del tempo perso!”
 
Salutai il Signor Autunno e tornai sul divano, con le mie caramelle gommose, poi arrivò Daniele e, d’istinto, le nascosi subito per non essere beccata in flagrante per la seconda volta in una sera.
 
Lui aveva le mani dietro la schiena e un sorrisino compiaciuto sul volto:
 
“Indovina cosa ho comprato per stasera?” – mi chiese. E senza farmi nemmeno rispondere tirò fuori una confezione extra di caramelle gommose, si sdraiò accanto a me e mi mise un braccio attorno alla vita, prendendo contro inevitabilmente al mio sacchetto di caramelle.
 
Ci guardammo e scoppiammo a ridere. Poi aprimmo entrambi i pacchetti di caramelle, senza alcun senso di colpa.
 
“Un giorno, alla banca del tempo, varranno tantissimo” – pensai.
 
E mi accoccolai sotto il suo braccio mentre fuori iniziava a piovere.

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